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capitolo cinque

Ultimo Aggiornamento: 16/10/2005 08:23
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Città: PISA
Sesso: Maschile
06/09/2005 22:06

Trafitto da un dolore lancinante, a Tex parve veramente di volare verso il tempo che doveva ancora venire, e solo dopo che la morsa della sofferenza si fece più lieve riuscì ad aprire gli occhi riconoscendo nel Cavaliere Giallo, ormai spogliatosi dalle sembianze di bambino, il suo vecchio amico di tante avventure.
Ma cosa era successo ? Tex aveva veramente viaggiato nel tempo ? E come si era potuto sciogliere l’incantesimo che teneva prigioniero Yuri ?

“Che fai lì, piantato ‘ome un lampione ! dai aiutami ad alzarmi, un mi rionosci ?” – disse Tex sforzandosi di parlare un toscano alquanto traballante.
“O te mi ‘onosci, o chi sei ?” - replicò invece Yuri in un toscano verace.
“Ma come un mi riconosci, allora dev’esse proprio l’aria di ‘esta “isolina” ‘e vi ringrullisce tutti ! Dai, un fà er finto tonto, un ti riordi di me ? … un ti riordi di ‘ando s’andava a scuola di musia alla ‘Orte del Grandua di Toscana, dal Maestro Fioravanti (o Avanti Fiore) ?”
“Ah, si ! Ora mi riordo, ti venisse un corpo, ma allora … sei Tex ?”
“Sono proprio io. Ma dove eri finito, sparisti insieme al sole del feudo di Oltre, ed ora, come sei arrivato fin qua ?”
“Ma che so ! Un c’ho ‘apito ancora una s…. ! Un mi riordo nemmeno er mi nome, qui mi ‘iamano Yuri, mi pare di aver vissuto nel futuro e poi ho una strana storia con la luna !” – disse Yuri.
“Con la Luna ? Ma almeno è una bella figliola ?”- domandò Tex, dimenticando quasi del tutto il dolore della ferita e tirando fuori gli occhi come fossero due palline da golf.
“Ma che hai ‘apito ! La luna, ‘ella ‘e sta in cielo la notte !”
“E’ proprio l’aria di ‘sto posto, come al solito vagelli ! Vedo che un t’è passata la mania di ‘orrer dietro alle ragazze (senza comunque pigliarne nemmeno una), se un mi sbaglio, te hai sempre ‘orso, ed io ho sempre ………., ah ah ah ah ah !”
“Si fai lo spiritoso ! Ma guarda, qui un c’è trippa per gatti !” – e mentendo, perché si trattava proprio di quattro belle signore, aggiunse: “A meno che un t’accontenti di quattro bisbetiche che stanno su al vecchio castello e che si sono messe in testa di ristrutturarlo !”

Tex si ricordò subito del castello e della quattro signore, ed alzandosi di scatto gli cadde dalla cacciatora una piccola moneta di due colori che colpì un’ampolla ricolma di un fluido giallo e caldo come il sole.
Lo sguardo di Yuri si fermò di colpo. Nella sua memoria, come si fosse voltata indietro, scorsero le immagini nitide del fascio di luce tagliente, della luna, della grande quercia e della fontana poste di fianco al castello, ed ora quell’ampolla, mezza posata in una pozza d’acqua ai piedi del suo amico Tex, e sopra di lui, alta nel cielo, la luna piena, testimone di quello che era appena successo.
Yuri pensò di aver capito tutto: la luce intensa del sole racchiusa per mistero nell’ampolla magica e quella soffusa ma nel suo massimo splendore emessa dalla luna piena si erano specchiate nello stesso momento nella pozza d’acqua, la luce “potenza” del giorno e quella “regina” della notte, insieme, per far rinascere una vita incatenata dal malvagio sortilegio di cui Yuri da troppo tempo era stato vittima inerme. E così Yuri bambino si ritrovò, come per incanto, ad essere proprio colui che il tempo gli chiedeva di essere: un solo momento di smarrimento, un solo istante passato da “lampione”, come l’aveva apostrofato il suo amico Tex, e poi Yuri, il Cavaliere Giallo, si riappropriò di tutto il suo passato, di tutti i suoi gesti, dei suoi pensieri e dei suoi desideri, dei suoi segreti, e di un volto femminile, che come ibernati, aveva inconsciamente custodito dentro il proprio cuore.
Un sospiro.
“Dai Tex, allontaniamoci da qui, se camminiamo di buon passo domani mattina saremo al Castello di Miramare ! Ammalia e le altre saranno felici di rivederti, e dovremo spiegare molte cose ! E magari potremo dare una mano per la ricostruzione, non credi ?” – Così dicendo Yuri raccolse la monetina: non erano le solite lire, ma una strana moneta con uno strano “omino” che, da quanto si allungava, sembrava si fosse svegliato ora ora.
“Ma io questo lo conosco” – disse ad alta voce – “O meglio, mi pare di ricordare colui che l’ha, come dire, - inventato -, non so in quale mondo, non so in quale vita, se nel passato o nel futuro, ma ricordo di averlo incontrato, anche lui toscano con una lunga barba bianca, non gli avresti dato una – briciola - di fiducia, ed invece era un vero genio, ingegnere, architetto, scultore, pittore, inventore, ma aspetta come si chiamava ? Ah, si, gli amici lo chiamavano Leo, abitava in un vecchio borgo “fortunato”, ma il nome mi sfugge !”
Yuri sembrava ancor più confuso. Ma allora Tex aveva visitato veramente il futuro e l’ampolla non c’entrava niente con il sortilegio ?
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