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Pace, un testo a me non sempre chiarissimo...

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2006 11:29
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Città: BOLOGNA
Età: 62
Sesso: Maschile
07/01/2006 13:53

Forse me...
Ciao a tutti, l'interpretazione di Grazia mi sembra che regga. Non sapevo di questo incidente...forse potremmo anche legarci Cuore di Aliante...

Prima di cominciare l'interpretazione dal punto di vista linguistico vorrei fare una piccola nota dal punto di vista tecnico musicale. I musicisti sapranno sicuramente capire...

Il brano comincia con un piano elettrico, l'atmosfera è così "sospesa" perchè sono praticamente gli accordi che vengono arpeggiati senza toccare la 3a tranne che nel ritornello, gli accordi sono sempre fatti dalla fondamentale, 4a e 5a e i bassi alternati su due ottave. Anche gli accordi usati (principalmente mib, sib, dom, fam, solm, lab) sono accordi molto dolci e delicati.
Questa tecnica di giocare tutto sulle quarte da al brano una senzazione di essere fluttuanti nell'aria, quasi estemporanei alla realtà (la notte più irreale)

L'immenso soffio dell'oceano le spinge via con sè a naufragare su spiagge chiare a un passo dalla vita muoiono conchiglie e ancora il mare.

Questa immagine che usa delle conchiglie, sembra quasi foscoliana, uno porta dentro di sè qualcosa che è immortale al di là del corpo mortale. Per Foscolo questa era la poesia, unica cosa che rendeva immortale l'uomo. Tra l'altro il richiamo all'immortalità e a Foscolo c'è anche in Navigando, "io sono stato ulisse, simbad e gilgamesh", tre eroi ricordati per la narrazione scritta tramite le loro gesta.
La percezione è quella che anche Claudio tema il ricordo nell'immortale non tanto per ciò che è stato ma quanto per quello che ha fatto. (cfr. episodio di Questo Piccolo Grande Amore)



S'arrampicano in cima con quei ginocchi secchi e tutto il mondo giù respirano si fanno roccia e al sola un'altra volta guardano, poi chiudono per sempre gli occhi gli stambecchi.

L'uomo può raggiungere livelli di fama e di successo che mai avrebbe immaginato ma quando vi è, l'unica cosa che può fare è respirare quello che c'è sotto, ma deve sempre guardare più in alto anche nel momento di spegnersi.
Questo può essere raffrontato all'esperienza di Claudio come al fatto che lui s'avvicina alla musica per essere qualcuno e la sua carriera è stata così grande e gloriosa da non potersela nemmeno immaginare, da non saper come reagire dinanzi a essa. Come un piccolo stambecco che pian piano riesce a raggiungere la vetta, ma arriverà al pieno compimento di essa soltanto quando guarderà al sole l'ultima volta.



Ed io ti chiedo perdono se fratello a volte tu mi hai fatto male io non potevo essere come te un mago un angelo immortale.

Qui c'è il primo confronto con l'alter ego Cucaio nel brano. Claudio si scusa con Cucaio se qualche volta è stato ferito, se Cucaio lo ha trascurato quasi, se si sono perduti. Cucaio è solo un riflesso, qualcosa al di là di un vetro, qualcosa che verrà ripreso in A'Clà e che vede la vita solo come un bel ricamo con il semplicismo di chi non sa quello che c'è dietro.



Pace a noi che abbiamo avuto tanto da smarrir la luce della semplicità, quando poi si nasce e il primo grido è un pianto e il bambino è un uomo che il suo nome non sa dire mai.

Il ritornello è abbastanza chiaro, l'unica cosa che potrebbe necessitare di breve spiegazione potrebbe essere il fatto che il bambino è un uomo che il suo nome non sa dire mai.
Non so per quale motivo ma secondo me c'è un rimando, in questa frase, al punto di Notte di note in cui dice "per tutti gli uomini che passano sui fogli del mondo come scarabocchi".
Potrebbe comunque esserci riferimento al fatto che viviamo in un mondo in cui ci si parla, ci si chiarisce verbalmente sempre meno.




Nel buio della terra aspettano finchè lassù una notte più irreale come una cattedrale nell'aria antica cantano per una sola estate le cicale.

Anche qua potrebbe ritornare un'idea, una corrente di pensiero più Leopardiana, le cicale vivono tutta la vita sottoterra e poi hanno solo il tempo di un'estate da vivere. Questo mi ricorda molto Leopardi, la gioia è nell'attesa e non nell'avvenimento in quanto tale. Potrebbe essere associabile alla lunga attesa dell'album stesso...un'attesa durata annni ma che si consuma nelle 2 ore di durata del disco.



Virgilio cadde mentre era in volo sopra ad un prato che le sue ali non si aprirono guida di quei poeti che un giorno si smarrirono lui si che mi trattò da uomo e adesso è andato.

Questa frase l'abbiamo già un po' spiegata, Virgilio è un doppio riferimento, l'amico che cade con l'aliante (infatti nelle successive versione anzichè Virgilio dice l'amico) ma anche Virgilio come guida di Dante, poeta che un giorno si smarrì. Il che sarebbe anche legabile al Noi sogni di poeti...



Ed anche noi ci lasciamo qui Cucaio e non dobbiamo dirci niente ci serve pure d'arrivare qui per ripartire nuovamente.

E' un addio tra l'uomo Claudio e il mago Cucaio, un addio che non è un punto di non ri-partenza ma che è un punto da cui partirà una nuova storia, un nuovo capitolo della vita dentro cui ci siamo tutti, anche se un po'cambiati, siamo tutti dentro la storia...



Pace a me che non so amare ancora ciò che ho e non so non amare quel che non ho fermo sull'abisso tra il rischio e la paura ciò che non mi uccise mi lasciò la forza di vivere.

Il limite umano non ci fa mai bastare ciò che abbiamo, l'uomo è fatto per la felicità, per l'infinito. Non sappiamo amare quello che abbiamo. Non ci basta. Non sappiamo non amare quello che non abbiamo. Perchè dalla vita vogliamo tutto, la felicità completa.
L'abisso tra il rischio e la paura potrebbe essere riferito all'incidente d'auto di cui fu vittima a inizio novembre 1990 però mi sembra difficilissimo riuscire a cambiare il testo di un brano e ri-inciderlo a distanza di un mese e dieci giorni...
D'altro canto non saprei come collocarlo alternativamente.


Pace a te per quello che mi hai dato e per tutto ciò che tu non mi desti mai, e così da solo un cuore l'ho trovato, forse un mondo uomo sotto un cielo mago, forse me.

Questo è un ringraziamento a sè stesso, grazie di avermi dato ciò che ho avuto ma anche grazie di non avermi dato certe cose che forse avrei voluto ma che in fin dei conti avrebbero cambiato le cose.
Qui appare nei versi successivi che claudio è solo. Solo in compagnia di sè. E' libero, è oltre.
Ha trovato qualcosa che lo riempie, ha ritrovato sè con i suoi pregi e i suoi difetti al di là di tutto. Un Claudio che il successo gli aveva negato. Il claudio che se ne era andato a lavarsi i panni dagli inganni del successo.


Questa è la mia interpretazione...adesso dite la vostra, commentate, esprimetevi.

Pierpaolo.

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