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Un nuovo giorno o un giorno nuovo

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2008 17:27
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OFFLINE
Post: 14
Sesso: Maschile
19/11/2008 19:15

Commento ed analisi
Stufo delle solite considerazioni che vengono fatte su Baglioni e stufo del fatto che molti pezzi vengano sottovalutati solo perchè non parlano necessariamente d'amore e di sentimenti, mi son messo ad analizzare il primo brano de La vita è adesso, Un nuovo giorno o un giorno nuovo. Buona lettura. [SM=g6794]

''Il testo si apre con la figura del sole a cui Baglioni dà fattezze umane con il ''bentornato'' esattamente come lo si dà ad una persona, è un espediente retorico che in poesia si chiama ''personificazione''.
Tuttavia non è Baglioni a salutare il sole poichè esso è inserito in un contesto universale, un contesto umano, il sole infatti è appena tornato dopo la notte ad illuminare le camere di tutto il mondo, e ad allagare, un altro espediente retorico che ha quasi una funzione ossimorica (il sole rappresenta il fuoco, ma il verbo ''allagare'' lo si usa solo con elementi liquidi, c'è quindi la contrapposizione tra l'elemento del sole e l'azione propria dell'elemento a lui opposto), i letti ed i cuori che si girano per un secondo, presupponendo quindi un ambiente casalingo dove due persone dormono nello stesso letto, per chi in vita sua ha mai dormito con un'altra persona potrà ben immaginare quei momenti dove ci si volta o si cambia di posizione. Si presuppone che queste due persone si amino vista la sineddoche ''i cuori che si girano''; quest'altra figura retorica consiste nella sostituzione di un termine con un altro avente col primo un rapporto di contiguità, in questo caso si prende una parte, il cuore, del tutto, il corpo umano, per indicare lo stesso, e visto che il cuore notoriamente e popolarmente è il simbolo dell'amore, si presuppone che l'amore sia la caratteristica che lega queste due persone, due persone qualsiasi, le persone di tutto il mondo.
Lo scenario descrittoci prosegue con altre immagini mattutine, ''uno specchio che invecchia mentre raschiano i sogni e il mento'', vale a dire un uomo che si osserva allo specchio e si scopre sempre più vecchio mentre si lava e mentre pensa ai suoi sogni, ai suoi desideri, desideri che però devono tornare per strada, forse la strada che l'uomo percorre per andare al lavoro, e su questa strada il vento li disperde cogliendoli sul fianco.
Un'altra sineddoche apre il secondo verso presentandoci figure indefinite di uomini che stretti nelle spalle, forse a causa del vento, camminano per le vie e sono come sprazzi di luce di candela, non sono niente, sono solo camicie che non hanno niente da dire nel mattino, un mattino che si spacca in due come una mela, immagine che rimanda vagamente alla colazione.
E ancora ombre di donne assonnate che stanche si sistemano le calze e ''baciano rossetti'', una bellissima immagine visiva che non può non rimandare al classico schiocco che fanno le donne davanti allo specchio dopo essersi messe il rossetto. Esse si affrettano al mattino e sono inseguite da un mare di capelli, forse i loro, e di tetti, di case, di uffici.
Sull'inciso è difficile fare un commento, sono immagini sfuse, una sorta di flusso di coscienza romantico dove risaltano l'amore ed i pensieri. Torna l'immagine della massa umana che in fila cammina verso il vento dell'anno nuovo mentre ''noi'', forse inteso da Baglioni come lui e la sua donna, al centro della vita, al centro di un frammento della vita.
Riprende la strofa e riprende la descrizione; questa volta troviamo un ''cielo muto'', una scena ferma come un fermo immagine cinematografico che riprende le finestre delle case e le persone che vi si affacciano tirando ''sospiri e tende'' quasi all'unisono. Altre immagini casalinghe, la gente che si sveglia insieme e si alza dai letti alla stessa ora come quando segnano un goal allo stadio, e i rumori del primo mattino, la radio, le notizie fresche.
La telecamera si sposta, adesso vediamo ancora una volta uomini che si chiudono nelle giacche e stringono i polmoni per il freddo, ognuno chiuso nel suo cappotto ed ognuno con la sua storia personale, ognuno in una macchina ''di latta'' che unita a tutte le altre formano una fila di mezzi che sembrano inseguirsi nelle strade.
Le ragazze sui tram, qui Baglioni fa un parallelismo con la strofa precedente dove allo stesso modo ci aveva presentato prima figure di uomini e poi figure femminili, che scrivono messaggi dentro le bottiglie, la condizione per eccellenza del bisogno, e scrivono ''in fondo ad un diario'' sognando appese ai loro desideri e, più fisicamente, ai sostegni del tram.
L'inciso riprende più da lontano il tema della collettività, tutti quanti, gli uomini, che risalgono dal fondo e vanno avanti come se per loro iniziasse il mondo in quel momento, ''tutti accanto e ognuno un po da solo'', un'altra bellissima immagine in cui è facile ritrovarcisi. Non so a quanti sia capitato di camminare in mezzo ad un gruppo di persone, di amici, di conoscenti, di essere circondato da persone e sentirsi ugualmente in qualche modo 'solo', anche solo per pochi secondi.
I ragazzi ''in giacche colorate ai gusti misti'', svogliati e ribelli entrnao in classe come si entra dai dentisti. Questi due versi, oltre a presentare una rima incatenata (''misti'' - ''dentisti'') presentano anche un'analogia tra il discorso dei ''gusti misti'' e dei ''dentisti'' con un'associazione ben riuscita. Molto azzeccato il sentimento dei ragazzi prima di entrare a scuola.
Gli innamorati pazzi che vivono il loro amore più bello, gli occhi cantano, una figura retorica chiamata ''sinestesia'', che prevede l'accostamento di termini appartenenti ad aree sensoriali differenti (in questo caso la vista e l'udito), più forte dei motori.
La canzone si chiude con l'inciso, tutti insieme gli uomini, al mattino, vanno incontro ad un sogno che per ognuno è diverso ma che è necessario a tutti, gli uomini, cioè noi, ci guardiamo intorno a questo punto e ci chiediamo se questo sia un Nuovo giorno o un Giorno nuovo.''



Qui di seguito il testo:

Bentornato a questo sole
nelle camere di tutto il mondo
quando allaga letti e cuori
che si girano per un secondo...
Uno specchio che si invecchia
mentre raschiano i sogni e il mento
per ricominciar le strade
e li coglie di fianco il vento...

E spalle strette vanno
nelle vie echi di luce come di candela
camicie silenziose nel mattino
che si spacca in due come una mela...
Ombre di donne pigre
s'aggiustano le calze e baciano rossetti
si affrettano alla vita inseguite
da un mare di capelli e di tetti...

E tutti amore
a dare indietro ieri
per un altro cuore
e un mucchio di pensieri...
E tutti in fila
verso il vento del duemila
e noi
al centro di un frammento della vita...
della vita...
al centro della vita...

Sotto questo cielo muto
una scena ferma che riprende
e si affaccia alle finestre
mentre tirano sospiri e tende...
E la gente si alza insieme
come quando c'è un gol allo stadio
e si accendono rumori
e notizie fresche della radio...

Quando gli uomini
correndo stringono le giacche ed i polmoni
ognuno e la sua storia in macchine
di latta che si inseguono a milioni...
E le ragazze dei tram
che scrivono messaggi dentro le bottiglie
e in fondo ad un diario e sognano
appese ai desideri e alle maniglie...

E tutti quanti
a risalir dal fondo
e andare avanti
come se iniziasse il mondo...
E tutti accanto
e ognuno un po' da solo
a dire quando
si potrà partire in volo...

E i ragazzi
in giacche colorate ai gusti misti
ribelli e un po' svogliati vanno in classe
come si entra dai dentisti...
Gli innamorati pazzi
che vivono il più bello degli amori
gli occhi traboccanti cantano
più forte dei motori...

E tutti adesso
incontro a un sogno
che non è lo stesso
ma ne abbiamo già bisogno...
E tutti
ci guardiamo intorno
e ci chiediamo se
se questo è un nuovo giorno
o un giorno nuovo...
un giorno nuovo...
nuovo... un giorno nuovo

OFFLINE
Post: 20
Città: CALTANISSETTA
Età: 43
Sesso: Femminile
19/11/2008 19:40

Bravo hai scritto cose giustissime!Io la penso come te e per il mio modo di vedere le cose Baglioni si avvicina alla poesia di Pascoli [SM=g6819]
OFFLINE
Post: 858
Città: ROMA
Età: 56
Sesso: Femminile
19/11/2008 20:49

Vero!Anche Pascoli scriveva canzoni...
[SM=g6794] [SM=g6794] [SM=g6794] [SM=g6794]

La canzone del girarrosto

I
Domenica! il dì che a mattina
sorride e sospira al tramonto! . . .
Che ha quella teglia in cucina?
che brontola brontola brontola. . .
È fuori un frastuono di giuoco,
per casa è un sentore di spigo. . .
Che ha quella pentola al fuoco ?
che sfrigola sfrigola sfrigola. . .
E già la massaia ritorna
da messa;
così come trovasi adorna,
s'appressa:
la brage qua copre, là desta,
passando, frr, come in un volo,
spargendo un odore di festa,
di nuovo, di tela e giaggiolo.

II
La macchina è in punto; l'agnello
nel lungo schidione è già pronto;
la teglia è sul chiuso fornello,
che brontola brontola brontola. . .
Ed ecco la macchina parte da sè,
col suo trepido intrigo:
la pentola nera è da parte,
che sfrigola sfrigola sfrigola. . .
Ed ecco che scende, che sale,
che frulla,
che va con un dondolo eguale
di culla.
La legna scoppietta; ed un fioco
fragore all'orecchio risuona
di qualche invitato, che un poco
s'è fermo su l'uscio, e ragiona.

III
È l'ora, in cucina, che troppi
due sono, ed un solo non basta:
si cuoce, tra murmuri e scoppi,
la bionda matassa di pasta.
Qua, nella cucina, lo svolo
di piccole grida d'impero;
là, in sala, il ronzare, ormai solo,
d'un ospite molto ciarliero.
Avanti i suoi ciocchi, senz'ira
nè pena,
la docile macchina gira
serena,
qual docile servo, una volta
ch'ha inteso, nè altro bisogna:
lavora nel mentre che ascolta,
lavora nel mentre che sogna.

IV
Va sempre, s'affretta, ch'è l'ora,
con una vertigine molle:
con qualche suo fremito incuora
la pentola grande che bolle.
È l'ora: s'affretta, nè tace,
chè sgrida, rimprovera, accusa,
col suo ticchettìo pertinace,
la teglia che brontola chiusa.
Campana lontana si sente
sonare.
Un'altra con onde più lente,
più chiare,
risponde. Ed il piccolo schiavo
già stanco, girando bel bello,
già mormora, intavola! in tavola!,
e dondola il suo campanello.

Poi ci sarebbe anche "Canzone di marzo" ma lì ci vedo più Gigi D'Alessio
[SM=g6794] [SM=g6794]


Miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii [SM=g6794] [SM=g6794] [SM=g6794]


[Modificato da giornidineve 19/11/2008 20:53]
«Se ammettiamo che l’essere umano possa essere governato dalla ragione, ci precludiamo la possibilità di vivere».
Sonia
OFFLINE
Post: 14
Sesso: Maschile
22/11/2008 17:22

Pascoli non scriveva canzoni. [SM=g6794] La Canzone in poesia è un determinato schema che segue alcune regole di metrica specifiche esattamente come le altre forme liriche (il madrigale, il sonetto...).
OFFLINE
Post: 20
Città: CALTANISSETTA
Età: 43
Sesso: Femminile
22/11/2008 17:27

Grazie per avermi illuminato!Pascoli non scriveva canzoni!!
La mia non era una provocazione.Ho,semplicemente,scritto che il modo di scrivere di Claudio a ME,e sottolineo a me,ricorda Pascoli
Ps:io considero Baglioni,anche,un poeta![SM=g6819]
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