Copia e incolla... et voilà!!!
TAMBURI LONTANI
Claudio Baglioni (Italy)
Ognuno ha il suo tamburo
un solo ritmo
un canto
della comune solitudine
che noi mettemmo insieme
a starci un poco accanto
su questa via dell'abitudine
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Fin dai primissimi versi, l'autore mostra chiaramente i soggetti principali del'intera opera: l'inevitabilità del trascorrere del tempo e la solitudine che caratterizza il viaggio di ognuno di noi, all'interno di questo tempo.
Ognuno vive e sente in maniera diversa il ritmo della vita che passa, ed ognuno ha un suo "canto" interiore, come a descrivere quel senso di solitudine che se pur soggettivo è comune a tutti.
Bella la figura del "mettere insieme" la solitudine di ognuno di noi, come a sostenersi, a farsi forza, a tenersi compagnia durante il cammino della vita, nel quale ci si abitua inevitabilmente non solo a star soli, ma come vedremo poi, a tutto quanto è annesso all'inevitabile viaggio di sola andata che è la vita.
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il tempo vince sempre
il tempo lui soltanto
si muove e noi restiamo immobili
finché ci porta un suono
atteso chissà quanto
e ci promettiamo indivisibili
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La forza del tempo è incredibile: nessuno mai è riuscito a batterlo, nessuno mai ha potuto resistergli... è una legge a cui nessuno può sfuggire.
Ma Claudio qui ci dona una chicca davvero notevole: secondo lui, altro grande potere del tempo è quello di far quel che gli pare mentre l'umanità resta immobile, inerme, nell'inevitabile attesa che "il tempo porti una buona nuova".
Ma l'attesa e la speranza comune, è quella che il tempo possa regalare quella scintilla, quella magia, quella musica del cuore, per la quale ci si promette indivisibili. In una sola parola: l'amore.
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alberi che sfilano come persone care
fantasmi della strada
devi prendere o lasciare
si comunque vada non come volevi
battono i tamburi battono più lontani
e' giusto così
non chiesi mai qualcuno che comprasse la mia
infelicità
(tam tam tam)
non piansi mai davanti alla tristezza ma verso
l'onestà
(tam tam tam)
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Ma l'amore, in tutte le sue forme, è un'arma a doppio taglio. E nel viaggio, ci saranno troppe scelte da fare. E per qualsiasi opzione si converga, ci saranno sempre dei rimpianti, dei risultati diversi dalle aspettative e delle perdita affettive.
E le persone care, per un motivo o per un altro, nel tempo spariranno, come se alberi ai lati di una strada, superati i quali, non resta altro che il ricordo di essi.
Ma la forza di un uomo, sta nel vivere e gestire la sua infelicità, senza volersene liberare. Ed è più nobile commuoversi, che non piangersi addosso. Claudio si guarda indietro, nel proprio cammino, e forse crede di aver affrontato bene i suoi dolori.
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dimmelo anche tu
che il tempo non ci ha sconosciuto
male e bene mio
che dopo ti hanno amato meglio
si ma non di più
di tutto il poco che ho potuto io
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Ma quale dolore più grande, se non la perdita di colei con cui si era promesso indivisibile?
E così Claudio le chiede conforto (quel "dimmelo anche tu" è di una tenerezza inaudita): desidera che il passaggio del tempo non abbia cancellato il loro essere "noi"...
E la chiama male e bene mio: grande amore, ma grande dolore nel suo cuore per la separazione...
Altro dono del genio di Claudio arriva ora...
il mago spera che lei possa dire che nelle nuove storie, ci sia stao un uomo migliore per lei. Ma spera che lei possa essere sempre cosciente che per quanto piccolo, il suo amore per lei è superiore a quello di chiunque altro possa mai affiancarla.
In questi versi, il passaggio da mali comuni a mali propri, fa si che l'opera assuma contorni davvero vivi e struggenti, portanto anche i lettori in una dimensione quasi surreale...
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vieni padre mio
usciamo a fare un giro e guida tu
e guarda avanti e non parliamo più
albero padre con un ramo solo
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Anche il Padre è un grande amore della sua vita, una figura importante, forse indispensabile. E Claudio sa che, come tutto il resto, anche lui passerà... e allora finchè c'è se lo gode. "Andiamo in macchina... insieme...senza parlare... basta stare insieme...guarda avanti è pericoloso!!!...il mio papà... io l'unico figlio..." è questo che sembra dire Claudio.
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e come tutto torna e come tutto passa
le cose cambiano per vivere
e vivono per cambiare
il mare s'alza e abbassa
e mai una goccia si va a perdere
ed ogni giorno siamo dietro ad una cassa
a dare il resto e poi sorridere
un ballo senza fiato se la banda passa
e finché non smetti di rincorrere
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Claudio ora ritorna a dare al testo una dimensione meno personale, ritornando all'inevitabilità del destino a cui siamo sottoposti.
E' bello il fatto che "le cose cambino per vivere e vivano per cambiare": i cambiamenti, pur essendo il destino certo di ogni cosa, sono il mezzo stesso grazie a cui sopravvivere.
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le storie muoiono quando c'e' più paura
di perdersi che voglia di tenersi e com'e' dura
quella soglia e come siamo noi i diversi
cambiano le scene cambiano le battute
e anche i battuti
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Bellissima.
E' proprio come dice lui: quando la paura di perdersi diventa così forte da superare la voglia stessa di tenersi, il rapporto è ormai al tramonto. E quella soglia spesso è quasi invisibile! Dura nella sua crudeltà.
E ognuno si sente diverso, e crede e spera in cuor suo che la propria storia possa evolversi in maniera diversa...
ma la realtà è che cambiano gli attori, ma il finale è sempre lo stesso.
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io non potrò incontrarvi in nessun luogo
in nessun'altra età
(tam tam tam)
fermar l'urgenza del mio cuore
il cuore di un uomo a metà
(tam tam tam)
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Di un'intensità spaventosa, ma nel contempo un monologo sommesso e interiore. La consapevolezza che gli amori (di ogni genere) volati via, non si reincontreranno in nessun luogo e in nessun domani, unita all'impossibilità di gettar via l'urgenza di ritrovarli, renderà Claudio per sempre un uomo a metà.
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pensa amore mio
che t'insegnai mille altri cieli
e non seppi mai
soffiarti il vento sulle ali
aspettai un addio
e il giorno di lasciarmi ti lasciai
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E qui Claudio fa una piccola rivelazione. Dice al suo amore di averle insegnato mille altri cieli... cosa sono i cieli? Sono spazi, orizzonti, mete, scopi, voli. Nel suo grande amore, Claudio ha cercato di metterla lì, nell'infinito, dove basta saper volare per essere liberi. Ma dice che non ha mai trovato la forza di spingerla a volare da sola, finchè giunta l'ora fatale, l'ha lasciata perchè altro non poteva fare... perchè altrimenti sarebbe stata lei a lasciarlo...
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credi figlio mio
mi mancano i tuoi baci che non ho
e sono i soli baci che io so
piccolo figlio
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Altro grande amore... qui le spiegazioni sarebbero superflue.
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e tu compagno dalle orecchie a punta
io ti parlai di me
come a un fratello a cui ci si racconta
io non ne avevo e allora presi te
e quella tua sgomenta
e nostra malattia di vivere
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Eccezionale!
L'ultimo amore citato chi è? Un cane!!!!
Ebbene si! Perchè ognuno vince la solitudine in maniera diversa.
E Claudio parlava al suo cane come ad un fratello, quel fratello che non ha mai avuto. Perchè anche il cane era malato di vita...
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giura amico mio
che glielo metteremo ancora lì
a questa vita che va via così
senza aspettarci
tam tam tam
tam tam tam
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Questo è il verso che preferisco.
Qui Claudio trova la forza per uno sprint finale. E reagisce. E lo fa alla sua maniera. Urlando.
Chiede ancora una volta il sostegno e la compagnia dell'amico dalle orecchie a punta, e si ribella alla vita e al tempo.
E se il tempo va avanti e non ci aspetta, vorrà dire che glielo metteremo ancora lì...
Spero sia di vostro gradimento...
A presto!
Emanuel Rizzo