NUOVA INTERVISTA A CLAUDIO

Intervista a Claudio
CLAUDIO BAGLIONI E IL MAGAZZINO DELLE CANZONI PERDUTE
"Il cantautore, impegnato in uno dei tour più lunghi della sua carriera, spiega come si è messo in gioco Perchè ha pubblicato un disco di cover degli Sessanta e perchè andrà a Sanremo"

53 date tutte sold out
5 concerti a settimana
15mila km percorsi
30 le ore necessarie per allestire lo show
22 km di cavi
35 tonnellate di struttura
235 casse acustiche
180mila watt
1480 corpi illuminanti
9 articolati
3 furgoni
15 auto che si muovono in contemporanea
200 persone, tra interni all'organizzazione ed esterni (quelli presi sul posto)

Essere Claudio Baglioni significa avere un grande avvenire dietro le spalle e canzoni difficili da parcheggiare per lasciare spazio ad altro. Un "songbook" che rimano erto e ingombrante anche se in questo momento a farsi onore in classifica non è l'ennesima clebrazione dei baci a labbra salate o dei brividi improvvisi sulla pelle, ma una raccolta che pesca nel juke-box sentimentale di stagioni diverse dalla sua. Accade così che lo spettacolo, con cui il cantore della maglietta fina, se ne rimane in tour fino alla primavera e trascuri completamente gli omaggi a Bindi, De Andrè, Modugno, dell'ultima fatica "Quelli degli altri tutti qui" per lucidare ancora una volta le pietre filosofali di un'esistenza. Pezzi generazionali che sulla scena il divo Claudio cerca nel palco-magazzino in cui è stivato il suo passato. A sfogliare nobili pagine di canzoni anni Sessanta, promette, ci penseranno i cinque o sei concerti-evento qua e là che ha in programma poco prima dell'estate al fianco dell'orchestra con cui ha realizzato il suo ultimo dvd. "Intanto penso a questo tour, il più lungo della mia carriera" spiega. "Se il precedente, infatti, si era fermato a cinquantaquattro repliche, questo festerrerà le sessanta. Per me i concerti sono momenti di pura felicit, anche se continuo a lavorare al nuovo album che conto di dare alle stampe nel 2008 ".

PERCHE' HA SCELTO DI ANDARSENE A ROVISTARE IL PASSATO "IN SOFFITTA"?
"Perchè la soffitta, il magazzino, sono degli archetipi. Un pò come il baule dellattore. L'idea di tornare del deposito dove conservo i ricordi dei tour passati non è solo il pretesto per sciorinare i brani più o meno noti famosi della mia carriera, ma anche per recuperare versioni che si erano un pò perse nel tempo".

INSOMMA, L'OPPORTUNITA' DI INDIVIDUARE NUOVI PERCORSI.....
"In Poster, ad esempio, ho voluto recuperare l'arrangiamento malato di tango e di fatalismo della volta in cui la cantai a Venezia col bandoneon di Astor Piazzolla in sottofondo. E' sempre allettante poter trovare nelle canzoni qualcosa di nuovo, o di dimenticaro. Rinunciando agli aspetti più spettacolari delle passate tournèe, in fatti, stavolta ho cercato di rimettermi in gioco e ricominciare una strada puntando tutto sulla musica".

CANTARE ATTORNIATO DAL PUBBLICO E' SEMPRE UNA BELLA SFIDA.
"Il palco a pianta centrale è una meravigliosa follia. Quando entro in scena i fari disegnano attorno al palco quattro pareti virtuali. L'esterno del 'magazzino'. Io mi avvicino all'ingresso e mimo l'apertura della saracinesca. Faccio scattare un interruttore e le pareti di luce scompaiono lasciando accese le grandi lampade del soffitto. Entrano i musicisti ed eccoci pronti ad un viaggio appassionante fatto di parole, note, suoni, immagini e colori".

RIMANE ABBASTANZA PARADOSSALE, PERO', CHE NON ESEGUA NEMMENO UNA CANZONE DELL'ULTIMO ALBUM.
"L'idea di questo tour aveva cominciato a solleticarmi già dopo aver dato alle stampe le due antologie. Poi, in estate, mi è venuto spontaneo questo disco di cover a scompigliare un pò i progetti. Unendo i due repertori lo spettacolo sarebbe diventato ingestibile, una specie di mostro".

COME HANNO FATTO LE COVER DEI PAOLI E DEI BINDI A PRENDERLE LA MANO?
"Diciamo che la musica mi ha portato alla musica, alimentandomi dentro il desiderio di omaggiare quella stagione in cui il passtato franava sotto le spinte di un terremoto che aveva Genova per epicentro e io, cantando 'Ogni volta', debuttavo alla festa di Centocelle intitolata a San Felice da Cantalice, santo forse meno importante di San Remo ma a cui rimango comunque affezionatissimo".

FORMIDABILI QUEGLI ANNI.
"Amavo così tanto quel mondo che fintanto l'invidia per certi autori, per certi interpreti, per certe canzoni non ha iniziato ad addolcire, non sono riuscito a scrivere nulla. Così, dopo l'esperienza al Premio Musicultura di Macerata in cui mi ero divertito a cantare 'quelle degli altri', mi è venuta la voglia di un viaggio nel cassetto della memoria senza pensare ai rischi sottesi alla scelta di mettere le mani su capolavori assoluti entrati nel dna di molti di noi. Ho pensato all'amore per questi brani giganti di autori giganti e al desiderio di tornare a cantarli come facevo all'inizio, prima di cominciare a cantare le mie canzoni".

BAUDO ASSICURA CHE FRA I SUPEROSPITI DEL PROSSIMO SANREMO CI SARA' PURE LEI.
"Credo proprio di si, perchè Baudo è uno che ama la musica e la rispetta anche in uno scatolone piuttosto complesso com'è il Festival. E questo anche se il mio rapporto con Sanremo è sempre stato un pò tormentato, quasi si trattasse di una questione di passaporto. Due volte mi hanno chiesto pure di condurlo. La prima volta fu nel '98, quando fui candidato assieme a Fazio sulla scia del successo di 'Anima Mia'; a far naufragare il progetto ci pensarono però i discografici, dicendo che un cantante non poteva fare pure il presentatore. La seconda offerta arrivò nel 2001 e l'esito fu più o meno lo stesso".

LEI VA RIPETENDO "BISOGNA AVERE SEMPRE UN PROGETTO NEL CASSETTO DA REALIZZARE DOMANI PER NON MORIRE OGGI". COSA HA IN SERBO?
"Due idee di tournèe molto innovative, che cercherò di realizzare fra un paio d'anni, e forse la voglia di scrivere un'opera musicare . Quest'ultimo è un progetto che mi tiro dietro da quarant'anni, ma a cui mi applicherò non prima di aver dato alle stampe un nuovo album di inediti".

IN QUESTO MOMENTO LE RADIO SONO SOTTO ACCUSA. E IL MESE SCORSO AL MEETING DELLE ETICHETTE INDIPENDENTI DI FAENZA IL SOTTOSEGRETARIO AI BENI CULTURALI ELENA MONTECCHI HA IPOTIZZATO ADDIRITTURA IL BOICOTTAGGIO DEI QUELLE EMITTENTI CHE ESCLUDONO CERTA MUSICA ITALIANA DALLE LORO PROGRAMMAZIONI. COSA NE PENSA?
"Io coi boicottaggi ci andrei cauto. Anche se è indubbio che la maturazione delle radio commerciali ha determinato una omologazione del prodotto. Oggi si può ascoltare musica pure altrove; c'è la rete, c'è l'I-Pod, ci sono i canali dedicati. Questo non significa che certi limiti imposti dalle radio alle canzoni, primo fra tutti quello di durata, siano condivisibili. Certe playlist sembrano diventate un pò lo stand del supermercato, dove una scatola è un pò più lunga delle altre e non entra nello scaffale".


BACKSTAGE

TUTTI I NUMERI DI UN TOUR CHE CONTINUA FINO A MARZO
"A febbraio suona il 5 a Parma, l'8 a Varese, l'11 a Treviglio, il 14 ad Ancona ed il 16 a Pescara"

Il palco ha le sembianze di un hangar circolare, posizionato al centro del Palasport, uno spazio aperto, senza barriere, come dal 1992 l'artista ha abituato il suo pubblico. Una sorta di "magazzino della memoria e della musica", un luogo dove Baglioni ripercorre i suoi tracciati sonori attraverso vari e differenti set.
5 infatti sono gli spazi, diversi tra loro, ciascuno con una propria soluzione musicale e una sua sua strumentazione. Lo sforzo in tal senso è enorme proprio perchè vengono utilizzati tanti strumenti (ben 100 sul palco).
Un grosso lavoro per i due ingegneri del suono, addetti al mixer audio, Maurizio Maggi e Alberto Butturini. Il tutto condito dal disegno luci di Mariano de Tassis.
35 televisori tutti a ritmo sottolineano i 5 medley di cui 4 "collegati" ai 4 elementi: acqua, terra, fuoco, aria. 35 corpi illuminanti come fari aggiunti.
Tutta la reiga dello show è stata pensata dallo stesso Claudio con l'amico Guido Tognetti e con Mariano de Tassis.
Il sound check inizia alle 14, con la band al completo capitanata dal fido Paolo Gianolio; dopo un pò arriva lui che prova - curando tutto nei minimi dettagli - fino quasi all'apertura delle porte, in un clima molto familiare e rilassato.
Un concerto di Claudio sembra un grande raduno di amici che ogni tanto si danno appuntamento per intonare tutt'insieme il suo canzoniere plurigenerazionale.
Volti noti, familiari che si mescolano a quelli dei musicisti e degli addetti ai lavori. Fabione e Sandrone, i due "fedelissimi" addetti alla sua security, sono ad esempio conosciuti da tutti i fan che li salutano con affetto. Le note si librano nell'aria.
Claudio riscalda la voce, percorrendo da Do a Do tutto il pentagramma.
Qualche accenno a "Mille giorni di te e di me", "Acqua dalla luna" e... i cancelli vengono aperti. Il pubblico inizia a entrare e via tutti giù dal palco, di corsa dietro il backstage, nei camerini, per asciugarsi il sudore, concentrarsi, per farsi un ennesimo "in bocca al lupo", pronti ad intraprendere un'altra tappa di questo lungo viaggio "dalla memoria ad oggi."

grazie a Romina

by doremifasol.org

COME 2008
NOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!NON POSSO ASPETTARE TANTO CLA!!!!!
DEVO VENIRE AL CONCERTO CON LA TESSERA E MI DEVI FARE L'AUTOGRAFO E TI DEVO STRINGERE LA MANO!!!!

DOVUNQUE SEI...SE ASCOLTERAIIII...
ACCANTO A TE MI TROVERAIIIII....
VEDRAI LO SGUARDO CHE PER ME PARLOOOOOO
E LA MIA MANO CHE LA TUA CERCOOOOOOOOOO
OVUNQUE SEI...SE ASCOLTERAAAAIIIIIIII
ACCANTO A TE MI RIVEDRAIIIIIIIIIII
E TROVERAIIIIII UN POOOO DI MEEEEEEEE
IN UN CONCERTOOOO DEDICATOOO A TEEEEEEEEE!!!!